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MENS SANA IN CORPORE SANO
Approfondimento La nostra struttura sociale, espandendosi, richiede ad ogni individuo di specializzarsi in una determinata funzione. Il processo è probabilmente molto simile a quello accaduto, biologicamente, nel passaggio dagli organismi monocellulari agli organismi pluricellulari. Nell' organismo unicellulare la stessa cellula, paragonabile all'individuo nella società, si occupa della ricerca del cibo nell'ambiente circostante, della sua ingestione, della digestione, e quindi della trasformazione ed elaborazione ai fini della produzione di energia e nutrienti, fino al processo di scarto ed evacuazione. Aggiungiamo a questi, i processi fondamentali di riproduzione, di difesa e di mantenimento dell'equilibrio omeostatico. Tutto realizzato dalla sola cellula, come se una singola persona (individuo sociale) fosse in grado di provvedere a tutte queste funzioni autonomamente e con piena responsabilità sul risultato. Al fine di ingrandirsi e divenire più competitivi ed efficienti alcuni organismi hanno adottato la tecnica di aggregare a sé più cellule e di destinarle a funzioni biologiche specifiche, fino a giungere ai grandi organismi pluricellulari dove miliardi di cellule svolgono le loro mansioni partecipando (inconsapevolmente?) all'intero funzionamento dell'organismo. E' quello che sta succedendo nello sviluppo del nostro modello sociale. Sempre più la persona svolge mansioni sociali molto specifiche e fruisce del risultato dell'azione di altri individui di cui spesso non percepisce il senso globale e la finalità, magari a causa della mancanza di un codice di comunicazione e di comprensione. Gli artigiani di un tempo erano artefici del proprio prodotto dalla scelta della materia prima fino addirittura alla vendita all'utente finale. Spesso si costruivano da sé gli attrezzi necessari al loro lavoro ed intervenivano a ripararli in caso di guasto. Erano consapevoli di tutto il percorso di scelta, elaborazione e produzione, che altro non è se non lo specchio di quel processo biologico che ci alimenta e ci tiene in vita. E tutto questo poteva risultare molto soddisfacente, al di là degli utili economici. Un bambino ha grande soddisfazione a giocare con un gioco costruito da lui. I bambini giocano, un tempo prevalentemente, con giocattoli semplici. Spesso li smontano e li rimontano per comprenderne i meccanismi. Oggi risulta molto difficile smontare una Playstation o un iPad. E comunque non è possibile, ai più, l'accesso ai codici di comprensione del funzionamento di quegli strumenti, che di contro ci risultano sempre più indispensabili nella vita quotidiana. L'attuale struttura sociale comporta una delega continua (e obbligata) di funzioni necessarie al nostro sostentamento, ad altri. Cibo, energia, salute, educazione, sono competenze di altri soggetti ai quali possiamo accedere attraverso la chiave unica dei soldi. Questo rende precario il nostro senso di autosufficienza e ci rende, soprattutto inconsapevolmente, vittime di una percezione di dipendenza che dalla nascita all'età adulta e alla vecchiaia, diventa sempre più marcata influendo inevitabilmente su ciò che, con un termine psicologico, definiamo autostima. Ma l'autostima è, purtroppo ed innanzitutto, un concetto biologico, che è strettamente connesso al nostro sistema immunitario nella ferrea relazione: minore fiducia (biologica e non solo psicologica) in se stessi = minore efficacia del sistema immunitario. Spesso la percezione di una sfiducia biologica insorge in epoche incredibilmenti precoci, con origini che possono essere collocate durante le esperienze vissute nel periodo uterino o comunque perinatale. La struttura, cellulare e funzionale, della persona assume i caratteri tipici di ciò che psicologicamente definiamo diffidenza e atteggiamento difensivo, ma che non è altro che la mancanza di fiducia in sé e nell’ambiente che ci circonda, a partire dall'ambito familiare. Questo si traduce in un anomalo ed esagerato meccanismo stimolo-risposta. In questi casi l'atteggiamento adattivo più comune è: se non posso avere fiducia nel mio essere biologico, corporeo, emozionale, affettivo, costruirò un essere psicologico abbastanza forte da poter controllare il corpo e le sue espressioni emozionali, tenderò a sviluppare un intelletto-razionale in grado di interagire con l'ambiente esterno in maniera più, proficua e gratificante di quanto il mio essere fisico ed emozionale mi ha comunicato di saper fare finora. Gradualmente i due poli del nostro essere, quello psichico-razionale e quello fisico-emozionale si gerarchizzano a vantaggio quasi esclusivo del primo, anche perchè tale è il messaggio educativo che proviene dalla società e dalle strutture formative preposte. La mente domina il corpo. Una subdola forma di atarassia per la quale più si riesce a controllare (ignorandole) le mozioni del corpo, maggiore è il successo garantito nella società, negli affari, nello sport, e addirittura (con un buon paradosso) nell'amore. Lasciamo le valutazioni etiche e culturali alla sensibilità del singolo, a noi preme asserire:
Carlo Frascà
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MENS SANA IN CORPORE SANO
In Depth Our social structure, in constant development, requires that each individual specializes in a particular function. The process is probably very similar to what happened biologically, in the passage from single cells organisms to multicellular organisms. In the unicellular organism, the same cell, comparable to the individual in society, deals with the search for food in the surrounding environment, its ingestion, digestion, and then its processing and preparation for the production of energy and nutrients an then, finally, its waste and evacuation process. We add to these fundamental processes, reproduction, defense and maintenance of homeostatic balance. All of these activities and processes occur in a single cell, as if a single person (individual of society) was able to provide all these functions autonomously and with full responsibility for the outcome. In order to grow and become more competitive and efficient, some organisms have adopted the technique of grouping with more cells to which assign specific biological functions, until they reach the large multicellular organisms in which billions of cells perform their tasks by participating (unconsciously?) to the entire functioning of the organism . This is what happens in the development of our social model. Increasingly, the person carries out very specific tasks and benefits from the results of other individuals' actions, even though often, without understanding the global sense and purpose, perhaps due to the lack of communication and understanding. Ancient craftsmen were creators of their product, from the early choice of raw materials to the sale of their artifacts. They often even had to make their own tools and repair them when they broke. They were aware of the entire process, production and processing, which is, if nothing else, a reflection of the biological process that feeds us and keeps us alive. And all of this might have been very satisfying, beyond economic profit. A child finds great satisfaction in playing a game invented by himself. Children play, and yore they were doing it mostly, with simple toys. Often dismantle them and they go back in order to understand how they work. Today it is very difficult to dismantle a Playstation or an iPad. And in any case, it is not possible for most people to access the circuits and codes of these electronic devices that have become essential to our everyday life.. The current social structure involves delegating impotant functions to complex network and systems that are necessary to us all. We obtain food and energy and access to health and education with money.   As a result, we feel vulnerable and dependent on people and systems that we don't fully understand. All of this affects our self-esteem throughout our lives..      Self-esteem is, unfortunately, and above all, a biological concept, which is closely connected to our immune system: less confidence (biologically and not only psychologically) in themselves = less effective immune system. The perception of a biological distrust, often occurs very early. Its origins that can be traced to the experiences in womb or during the perinatal period. The cellular and functional structure of the person assumes the characteristics typical of what we define psychologically distrust and defensiveness, but that is nothing more than a lack of confidence in oneselves and in the environment around us, beginning from the family. This results in an abnormal and exaggerated, stimulus-response mechanism. In these cases, the most common adaptive attitude is: If I cannot have confidence in the biological , emotional and affective, been of my body, I'll build a psychological being strong enough to control the body and its emotional expressions. I will develop an intellectual-rational personality capable of interacting with the environment in a more fruitful and rewarding way than what my physical and emotional being told me to be able to do so far. Gradually the two poles of our being, the psychological-rational and the physical-emotional one, become structured to benefit almost exclusively the first one , also because this is the cultural message that comes from the society and its institutions. The mind controls the body. A subtle form of ataraxia for which the more you can control (ignoring them) "the requests" of the body, the higher the guaranteed success in society, in business, in sports, and even (with a good paradox) in love. We leave the ethical and cultural considerations to the sensibility of the individual, but we want to assert:
Carlo Frascà
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MENS SANA IN CORPORE SANO
(healthy mind in a healthy body)